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Immagine del redattoreTkd Calling Pavia

RIFLESSIONE DA QUARANTENA

Si dice che nelle situazioni di difficoltà si distingue chi è più forte o chi è più fragile.

Ebbene sì, siamo in un periodo di estrema difficoltà e per chi è nel nostro settore accusa molto di più il colpo: siamo stati i primi a chiudere e saremo sicuramente gli ultimi a ricominciare.



Nonostante questo, come da veri atleti, non ci siamo fermati e siamo riusciti a non smettere di alimentare la nostra passione anche da casa, reinventando quello che è la pratica dello sport ma in primis il modo di socializzare adattandoci alla situazione.

Abbiamo dimostrato di essere positivi e di non perdere la voglia di migliorarci, siamo riusciti ad abbattere le barriere della distanza e grazie alla tecnologia ci siamo riuniti per resistere insieme. Ci stiamo dimostrando forti, più di quello che pensavamo e aspettiamo con ansia che tutto torni alla normalità. Ma purtroppo c’è chi ha reagito con fragilità, forse perché ha degli interessi economici che vanno al di fuori della sicurezza degli atleti fregandosene delle evidenze scientifiche del caso.

In questo periodo mi ritrovo a giudicare i rappresentanti di alcuni sport che pressano per ricominciare con le attività, contrastando ed attaccando chi sta facendo il possibile per riservare le vite umane.

Si è vero, faranno i tamponi a tutti i giocatori per evitare un eventuale diffusione, ma possiamo utilizzare questi tamponi a chi ne ha più di bisogno e, tornando indietro di qualche settimana, sono riusciti ad ottenere i tamponi fin dall’inizio della pandemia facendo i test anche a chi non aveva i sintomi, mancando di rispetto a migliaia di persone che hanno atteso settimane anche con sintomi gravi.

Avrei preferito non sapere che quel giocatore famoso fosse negativo dopo aver eseguito il test.


Ricordo a questi signori che lo sport è un modello da seguire, soprattutto per i più piccoli che hanno bisogno oggi più che mai dei modelli da seguire. Il ruolo delle federazioni ma ancor di più delle società sportive devono sempre domandarsi se danno l’esempio corretto con le loro decisioni ed è di fondamentale importanza nel trasmettere dei valori come il rispetto delle regole, degli insegnati e dei compagni, prevenzione al bullismo e delle cattive abitudini.

Ma sono sicuro che non tutti sono d’accordo con chi ci dirige e quindi non voglio fare di tutta l’erba un fascio, ma purtroppo siamo giudicati da chi ci comanda. Adesso mi rivolgo a chi sta leggendo ma anche a chi ritrova dentro un sistema sportivo dove l’unico interesse e ricominciare a far soldi e terminare il campionato per stabilire chi è più forte. Vi invito a riflettere su quello che sarà il nostro futuro e cosa abbiamo imparato in questi giorni di reclusione sociale e al valore delle nostre scelte.

Concludo con una sicurezza. Ci sono molte associazioni sportive che si preoccupano della crescita sia motoria che psicologica dei nostri bambini, trasmettendo amore, passione e qualità e questo è il miglior modo di crescita per loro. Soffermiamoci sul futuro dei nostri bambini!


Dott. Alessandro Russo




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