Scopriamo insieme che cos'è, in cosa consiste e cosa propone.
Il Taekwondo deriva dal verbo coreano tae che significa “colpire col piede”, mentre il termine kwon vuol dire “pugno”.
Diffusa tra le arti marziali più diffusi al mondo, questa disciplina entra a far parte dei giochi Olimpici negli anni 2000. Nel medagliere italiano troviamo una medaglia d'oro conquistata da Carlo Molfetta ed una di bronzo da Mauro Sarmiento.
Il Taekwondo ha in comune con le altre discipline marziali l'assegnazione delle cinture che identificano il livello e l'impegno dell'atleta ed è il proprio maestro a decidere se assegnare la cintura all'allievo.
Questo sport si presta bene nell'insegnare le regole del rispetto per interagire con gli altri, iniziando dal saluto con l'inchino rivolto al maestro (o all'avversario) prima di entrare sul tatami. Da questo principio si crea un forte rispetto del prossimo a prescindere dalla figura che ricopre a prescindere che sia il maestro, il compagno o l'avversario da battere. Questo è uno dei principi cardine che caratterizza il lato marziale del Taekwondo.
“ Questo sport si pone come obiettivi principali la disciplina, il rispetto della figura del maestro, dei compagni e l’osservanza delle regole. Un allenamento regolare e costante porta al raggiungimento di un diffuso benessere generale ma, soprattutto, consente di superare quotidianamente i propri limiti sia sotto un aspetto fisico che relazionale.”
L’abilità di districarsi in situ azioni di difficoltà usando le tecniche apprese si riflette nella consapevolezza dei propri limiti e nella tenacia al miglioramento della propria persona e nel confronto con l’altro.
Questo fattore si rispecchia anche nella quotidianità di ogni singolo individuo: il Taekwondo insegna a contare su se stessi, sulle proprie capacità per affrontare una situazione di difficoltà ed aiuta a costruire un livello di autostima determinante per il proprio carattere.
Fin dal primo approccio, la figura del maestro è fondamentale ed ha l'obbiettivo di creare un contatto diretto con l'allievo per poterlo indirizzare verso un percorso di crescita sia sportiva che psicologica.
Con una costante presenza, l'allievo riconosce la figura del maestro come un esempio da seguire, instaurando un rapporto di fiducia, stima e rispetto della sua figura.
Attraverso questo esempio, gli allievi imparano a relazionarsi con gli altri in modo sano e costruttivo sia in palestra che all'interno di in un contesto esterno.
Gli allenamenti rivolti ai bambini nell'età evolutiva sono programmati per garantire la polivalenza sportiva e permettono lo sviluppo di molteplici caratteristiche: la capacità di percepirsi nello spazio e nel tempo, le capacità coordinative, la velocità e rapidità del gesto tecnico, l'equilibrio, la mobilità articolare e l'elasticità.
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